lunedì 22 giugno 2009

6 giugno 2009- tavola rotonda sulla disabilità



Il 6 giugno 2009 insieme a tre carissimi amici ho partecipato come relatrice alla tavola rotonda seulla disabilità organizzata a Milano dal festival di letteratura e società. Un evento molto emozionante, per il tema delicato e per il fatto che era la prima esperienza dietro ad un microfono. Gli altri tre relatori erano Claudio Arrigoni- giornalista sportivo, Antonella Ferrari-attrice teatrale e televisiva affetta da Sclerosi Multipla e Antonio Malafarina- esperto nel campo della disabilità. Il mio intervento è stato in particolare sui giovani disabili e sul loro rapporto con la società...




" Credo che i giovani disabili abbiano innanzitutto il desiderio di essere considerati come persone e invece troppo spesso sono guardati esclusivamente come malati.


C'è un desiderio profondo che le persone imparino a conoscere il giovane disabile in questione. Che la scoietà capisca che sicuramente la disabilità è una parte ineliminabile di una persona ma non è il tutto c'è anche altro emozioni, sentimenti, ideali, progetti...Ed è su questo che i giovani disabili vorrebbero un cambiamento. La società dovrebbe concentrarsi su quello che ognuno di loro è in grado di dare, sulle loro capacità residue piuttosto che sui loro limiti. Senza mai perderli di vista, chiaramente. Un disabile vorrebbe che la gente capisse che ha esattamente le stesse esigenze di un qualsiasi altro disabile. Uscire, andare al cinema, mangiare una pizza, fare un aperitivo con gli amici. E invece la vita di un giovane disabile è fatta di riabilitazione, terapia, momenti in associazione...




I giovani disabili e non solo, in generale tutti i disabili si aspettano dalla società un cambiamento di cultura. L'essere accettati. Senza essere guardati con pietà: la pietà offende. Essere parte della società significa per loro avere le stesse possibilità dei coetanei normodotati, in ambito lavorativo, sportivo ma anche in ambito di svago. Questo vuol dire RENDERE L'AMBIENTE ACCESSIBILE e mettere un giovane disabile in condizioni di muoversi da solo con i mezzi. C'è il desiderio profondo di non essere guardati ogni volta che si va in un locale e magari indicati anche col dito. Ciò accade perché specialmente nelle scuole c'è disinformazione. Si parla ti alcol, fumo, droga ma di disabilità poco o niente.


Troppi sono i luoghi dove il disabile passa tutto il suo tempo con un altro disabile. Tutti lì in un centro per disabili, schiacciati, stipati come sardine, confinati a loro stessi, ghettizzati ! C'è bisogno di uscire fuori dai confini della quotidianità e di un rapporto fra uomo e uomo che spesso per il disabile manca come manca il confronto coi coetanei. Come mancano troppe cose. "




Myriam 6 giugno 2009.








domenica 14 giugno 2009

Freedom


Freedom.
L'acqua. Intorno solo acqua. Niente barriere. Niente sguardi discriminatori. Tu e una qualsiasi altra persona, combattete ad armi pari. E spingi forte con le braccia, avanzi. Da sola. Senza la mediazione della carrozzina. Sono sensazioni fantastiche. Poi sott'acqua, quasi come una sirena. Ascolti il grande silenzio. Lontana dal resto del mondo. Nuoto al tuo fianco. Sorridiamo. Attimi di eterna libertà. La osservi lì sul bordo, al sole...dimentichi quasi che quella sedia ti appartiene. Libertà. Libertà. Libertà. Sensazioni perdute. Rivissute ieri, finalmente. L'acqua, lei si che è tua amica.
Myriam