mercoledì 19 agosto 2009

Quella donna

Si sedette sul divano. La gonna le cascava sulle ginocchia, le pieghe seguivano perfettamente le sue gambe. Aveva una magliettina scollata che lasciava intravedere il suo bellissimo seno. I lunghi capelli neri, sciolti. Era meravigliosa. Lui la guardava. Le sue labbra si avvicinarono piano piano, semplicemente perché lui potesse sentirla meglio mentre parlava. E lui, o quanto avrebbe voluto invece baciarla! Quelle labbra erano un sogno, un mare immenso in cui egli si stava perdendo. Forse troppo. E ogni volta era sempre la stessa cosa. O quanto avrebbe voluto che qualcuno li prestasse un paio di braccia solamente per poterla abbracciare e stringere forte! E invece era lì, immobile. Con un corpo inerte. Un corpo che non poteva controllare, e una testa che invece ragionava benissimo e sapeva quel che voleva. Che quasi quasi la testa senza il resto del corpo sarebbe stato meglio. No! Lui era lì, e pretendeva. Cresceva con gli anni. Bisognava lavarlo, vestirlo, mantenerlo ma non li serviva a nulla se non a infondere pietà nella gente - cosa che lui odiava molto-. Adesso aveva avanti a se quella donna meravigliosa, e una voglia immensa di lei. Che non poteva non essere soddisfatta. Lei intanto parlava. Non sapeva. Una lacrima scese dal viso di lui. Una lacrima di tristezza, di rabbia... lei era come una scultura meravigliosa che però non si può toccare. E quanto invece desiderava toccarla, sollevarle la gonna, baciarla... Così perchè quella voglia si era accesa in lui, semplicemente ascoltando quella giornalista che parlava. Non erano neppure tanto intimi, eppure...sentiva crescere in lui la passione, la sensualità! E lei parlava, parlava ignorando tutto. Ignorando che anche un disabile potesse avere voglia di una donna. Ignorando quanto stava soffrendo lui nel vederla, nell'ascoltarla...nel sopportare il fatto di non poter avere quello che voleva. Ignorando anche quante altre volte si era sentito così. Quando l'altro giorno la sua amica si era messa a piangere e lui avrebbe voluto consolarla offrendogli un abbraccio, ad esempio. Quella donna era lì. Inondava di voglia la sua mente. Ma un muro divideva i due. Un muro, il suo muro. Un muro difficile da scavalcare. Impossibile da rimuovere. Un muro che faceva male. Una paralisi. Un corpo che non rispondeva più. Eppure lui continuava ad avere voglia di quella donna...

Myriam