giovedì 9 luglio 2009

Qualche pensiero

Quanti di voi sanno suonare correttamente uno strumento musicale? Ovviamente non tutti. Ognuno di noi possiede limiti e risorse e con questi si confronta ogni giorno della sua vita. Ognuno di noi è disabile rispetto a qualche cosa e risorsa rispetto a qualche cosa d'altro. Allo stesso modo una persona disabile è quella che ha dei limiti fisici, psicologici o sensoriali, ma non per questo vale meno di altri. Ciò che non si conosce non si comprende e inevitabilmente spaventa, ma sarebbe bello riuscire a non assumere più un'espressione strana e impaurita quando ne incontriamo uno per strada. Un ragazzino disabile della vostra età ha esattamente i vostri stessi problemi, litiga coi genitori, discute con l'insegnante, si ammala, si emoziona per una canzone...dove sta la diversità? Sicuramente la malattia e la sedia a rotelle sono una parte ineliminabile di una persona ma non rappresentano il tutto, c'è anche altro dietro: pensieri, emozioni, progetti, ideali. È brutto pensare che per molta gente queste persone sono solo persone “malate”, che camminano come pinguini, che si divincolano su una carrozzina, che guardano storto, obese e bruttine.Ognuno di noi ha una propria storia da raccontare che ci permette di essere unici ed irripetibili. L'esperienza è arricchimento per tutti, si anche l'esperienza di una persona disabile. Vi siete mai soffermati invece a guardare negli occhi una persona disabile? Avete mai imparato a conoscere davvero una persona disabile? Fatelo. Non ve ne pentirete. Non fermatevi all'apparenza, perché il vero handicap è quello di non riuscire ad andare oltre. Cos’è che ci spaventa tanto? La diversità? La diversità è una condizione umana. Come mai così tante differenze? Nella nostra costituzione sta scritto che “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.” Di fatto però il disabile sopravvive, raramente si sposa, ancora più raramente ha figli, anzi la donna disabile non può nemmeno adottarli…Se il disabile lavora è precario o vive di piccoli lavoretti, ha una pensione minima che gli permette solo di provvedere ai suoi bisogni essenziali (ecco perché non troviamo quasi mai disabili in un locale a divertirsi). Inoltre il disabile incontra anche barriere architettoniche. Il disabile è lungi da avere uguaglianza e libertà. Almeno per ora. Forse esiste qualche rara eccezione avvantaggiata da una buona famiglia, tanto aiuto e una città più o meno accessibile. Ma gli altri? Sembra quasi si viva in due mondi paralleli. Siamo qui, siamo qui con loro. E per strada il disabile non incontra di certo il buon pensante, il politico, il presidente…incontra noi gente corrente. E allora l’aiuto concreto deve partire da noi cittadini. Insieme. Per un mondo che risponda alle esigenze di tutti. Per una società che guardi a tutti, anche ai malati.

Myriam