martedì 28 aprile 2009

Il mio viaggio

Ho iniziato un viaggio cinque anni fa, e ho scoperto che loro non sono solo in vita per fortuna ma sono dentro la vita, ho scoperto che se non fossero nascosti nello sgabuzzino dell’indifferenza avrebbero molto da donarci, ho scoperto che grazie a loro ho imparato l’arte di vivere non per essere “normale” ma solo me stessa, mi hanno insegnato che non bisogna avere paura della sedia a rotelle perché permette il viaggio nella vita guidati da compagni di avventura.
Credo che in fondo ognuno di noi sia unico ed irripetibile. Sicuramente la malattia è una parte ineliminabile di una persona ma è solo una facciata della persona, c'è altro dietro, sentimenti, pensieri, emozioni, sogni, progetti ....
Per favore smettiamo di pensare " poverino già è disabile almeno diciamogli che è speciale " Un disabile non ha bisogno di pietà. La pietà lo offende. Impariamo invece a guardare il disabile negli occhi, impariamo a conoscerlo come faremmo con qualsiasi altra persona e non fermiamoci un attimo prima dell'oltre.
Dovremmo tutti partire ad esempio dall'idea che un giovane disabile ha esattamente le stesse esigenze di un qualsiasi altro giovane...uscire, fare progetti, sognare, divertirsi, andare ai concerti e non condurre invece, ( come spesso avviene ) una vita esclusivamente da “malato”.

Myriam

La disabilità non è assolutamente contagiosa.

Sfatiamo un mito... a voi tutti che pensate che la disabilità sia contagiosa io dico che assolutamente non c'è rischio che se abbracciate, baciate o poggiate una mano sulla spalla di una persona disabile diventiate anche voi disabili ! Tranquilli quindi. Eliminiamo pensieri come: " Non lo abbraccio perché è fragile, se lo tocco poi magari si fa male " oppure ancora " tanto è paralizzato che vuoi che senta? Non serve una carezza, tanto non la sentirebbe " è triste pensare che esistano questi pensieri, eppure ci sono. Una carezza ad un amico in difficoltà è uno dei più bei gesti che esistano...perché loro non hanno il diritto di provare queste sensazioni? Perchè ci ostiniamo a trattarli da diversi? Impariamo a stare vicino ad una persona disabile, poggiandoli una mano sulla spalla quasi facendo in modo che la sua disabilità ci attraversi. In fondo l'amicizia è condivisione. Io vivo la disabilità insieme ai miei amici disabili. E se la disabilità ci suona un po' come uno zaino troppo pesante da portare, allora possiamo offrirci di portare insieme ai nostri amici disabili questo peso in modo che risulti meno faticoso il cammino. Io vi assicuro che di amici disabili ne ho tanti, eppure sono sanissima...non è che se state assieme a persone disabili allora anche voi rischiate di diventarlo, loro sono per me occasione di arricchimento. Non li ho scelti perché sono disabili ma semplicemente per quello che oguno di loro è stato capace di trasmettermi.